CON QUALE ATTEGGIAMENTO PARTIRE?
L’escursione ha lo scopo di sperimentare, (apprendere o perfezionare) un modo particolare, cioè con piena consapevolezza, di entrare in rapporto con sè stessi, con le proprie situazioni ed esperienze, ordinarie o speciali che siano. Il contesto della gita in montagna è una occasione per tutti, esperti e principianti, per osservare e accogliere con più attenzione del solito sia gli innumerevoli stimoli offerti dalla percezione della natura sia quelli altrettanto numerosi e diversificati che nasceranno di continuo dentro di noi nell’affrontare lo scorrere della giornata, delle attività e delle relazioni con gli altri.
Dunque suggeriamo che l’atteggiamento generale da tenere sia di attenzione e di apertura/apprendimento … non scolastico però … perché non ci sono performance prestabilite da raggiungere o con cui confrontarsi, non ci sono giudizi da dare o ricevere, non ci sono nozioni o abilità da memorizzare né con il corpo né con la mente.
La gita va presa con leggerezza, apertura e allegria ecc. , come si fa di solito in una gita, secondo le motivazioni e caratteristiche individuali di ciascuno di noi mettendoci però come valore aggiunto l’intenzione di essere un po’ più attenti e presenti di quanto lo siamo di solito.
Probabilmente il contatto con la natura, le respirazioni, le tecniche proposte, la fatica fisica e le interazioni ci aiuteranno a uscire dai circuiti ripetitivi di pensiero e umore, proponendoci situazioni favorevoli per allargare la percezione sensoriale e per migliorare l’osservazione dei pensieri e degli stati emotivi. Gli attimi di apertura sensoriale, quelli di osservazione senza giudizio e quelli di accettazione interiore di sé e di quello che c’è attorno a noi saranno i momenti reali di meditazione di queste due giornate.
Gli istruttori daranno degli spunti e proporranno degli esercizi utili a mantenere questo atteggiamento ma sta poi a ciascuno regolarsi in modo da calibrare le proprie energie tra i diversi momenti e situazioni della giornata .
TRE PUNTI DI ANCORAGGIO per chi vuole richiamare ogni tanto l’attenzione consapevole:
- LA NATURA: per qualche minuto provo dare attenzione totale ad uno dei canali sensoriali, alternandoli
- LA CONSAPEVOLEZZA DI SE’/PRESENZA: uno /due respiri più profondi e…”sento di essere vivo adesso.” (NB è una percezione potente da non dare troppo per scontata, va cercata intenzionalmente)
- GLI ALTRI … metto attenzione nell’ascoltare e attenzione nel parlare
CAMMINARE CONSAPEVOLMENTE
La camminata consapevole è una modalità di meditazione molto antica ed efficace che consiste essenzialmente nel prestare attenzione al movimento dei piedi, congiuntamente al respiro e ad un atteggiamento di osservazione/accettazione/abbandono di quello che si incontra nel cammino, interiormente (pensieri e emozioni) ed esteriormente (percezioni dei sensi).
Ci sono varie modalità per praticarla a seconda delle combinazioni dei diversi elementi ad es. ambientazione (all’aperto o al chiuso) velocità (da lentissima a veloce) coordinazione con il respiro, tipo di attenzione (focalizzata o diffusa), l’interazione con altri ecc.
In questa occasione praticheremo la camminata consapevole in montagna che per sua natura non può essere del tutto standardizzata sia per la natura variabile dell’ambiente , sia per l’importanza delle percezioni sensoriali, sia per la soggettività delle reazioni fisiche di ogni uno.
Questi sono gli aspetti che possiamo far entrare nel processo di attenzione consapevole:
- Ritmo nei passi, pur nella variazione dovuta alla natura del sentiero (cercare e sentire il punto giusto di appoggio sul terreno, tenere la postura morbida, eventuale appoggio alternato dei bastoncini, passo attento al risparmio muscolare, contare i passi in salita ecc.)
- Respiro coordinato con i passi ed il ritmo (è importante coordinare passi e respiro ma va fatto in modo flessibile a seconda del tipo di sentiero e del livello di allenamento individuale)
- Attenzione sensoriale a 360 gradi (che non significa percezione disordinata degli stimoli casualmente più evidenti, ma indirizzamento volontario e consapevole su determinati canali percettivi e sensoriali). Ad es. alternare momenti di attenzione piena tra i diversi sensi (vista, udito, odorato, tatto, …)
- Silenzio, essenziale in certi momenti ma non deve essere necessariamente totale o forzato, ad es. si può alternare fasi in cui si chiacchiera normalmente ad altre di silenzio finalizzato all’attenzione sensoriale, al ritmo dei passi, all’osservazione dei pensieri ecc.
- Conversazione, naturalmente il meno automatica possibile, dando molto peso all’attenzione di e all’ascolto empatico.
- Osservazione dei pensieri/ emozioni (punto fondamentale, la camminata lo favorisce specie nei momenti di silenzio ..e importante lasciar fluire quello che viene …ad es potrete notare la diversità dei pensieri in salita e in discesa )
- Osservazione / gestione del corpo anche qui il punto fondamentale provare ad osservare, prendere nota e imparare a starci assieme senza reagire immediatamente lasciando il tempo al nostro sistema psico-fisico di conoscerli e magari anche accettarli o modificarli (ed es. freddo, caldo, sete fame, stanchezza, dolori, sudori, intemperie ecc … )
Tutto questo va fatto con tranquillità, senza essere ossessivi o sentirsi inadeguati. Ciascuno è la misura di se stesso perfettamente libero di essere e di sentirsi quello che è, senza dover ricercare esperienze particolari e senza dover confrontarsi con altri o con idee predefinite di riferimento.
Meglio di tutto è fare brevi esperienze di attenzione intensa per qualche minuto poi lasciar scorrere le cose come vengono e riprovare dopo po’ con un altro esercizio.
Buona gita a tutti