MNEMOSINE CI PARLA

Memoria, Identità ed Espressione umana

Seminario con  SAURO TRONCONI


SAB. 24 FEBBRAIO
dalle 14,30 alle 18,30 

DOM. 25 FEBBRAIO dalle 9,30 alle 16,00

TRIESTE  – sala Espande via Coroneo 15 

INFO E PRENOTAZIONI:
3345603925 (Ariella) o  infotrieste@espande.it

La mitologia greca, ci offre la figura di Mnemosyne, la dea della memoria, un simbolo della persistenza del passato nel presente e del dialogo incessante tra l’essere umano e le sue radici immemoriali. Figlia di Urano, il Cielo stellato, e Gea, la madre Terra, Mnemosyne si erge come un pilastro che collega l’umano al divino, il finito all’infinito.
Il suo nome, una melodia che risuona attraverso i secoli, è la radice della parola ‘mnemonica’, un richiamo alla sua dominazione sul regno della memoria e del ricordo. Le sue gesta narrano l’invenzione del linguaggio e delle parole, un dono che ha permesso all’umanità di tessere la trama della storia e della mitologia, di conservare l’eco di tempi immemorabili nelle voci dei poeti e nelle pagine degli annali.
Il mito racconta di nove notti di unione con Zeus, il padre degli dei, sul monte Pierio. Dall’armonia di queste notti nacquero le nove Muse, ciascuna un’incarnazione di un dominio dell’espressione umana, dall’astronomia alla poesia, dalla musica alla danza. Queste figlie immortali, portatrici della scintilla della creatività e dell’ispirazione, sono il legame tra il cielo e la terra, tra il divino e l’umano, rappresentando l’infinita capacità dell’umanità di esplorare, esprimere e celebrare la complessità dell’esistenza.
L’acqua del fiume Lete, l’antitesi di Mnemosyne, rappresenta l’oblio, la perdita del sé nel vortice del tempo. La dialettica tra Mnemosyne e Lete simboleggia il conflitto eterno tra la memoria e l’oblio, tra la luce della conoscenza e l’oscurità dell’ignoranza.
Mnemosyne, inoltre, presiedeva l’oracolo sotterraneo di Trofonio in Beozia, un luogo dove il velo tra il mondo mortale e l’immortale si assottiglia, permettendo uno scambio di saggezza e presagi tra gli dei e gli uomini. La sua figura richiama l’importanza dell’indagine, dell’esplorazione delle profondità nascoste della conoscenza, e del dialogo incessante tra il passato e il presente.
La venerazione di Mnemosyne attraverso i secoli, testimoniata da filosofi come Platone, sottolinea il legame indissolubile tra la memoria, l’identità e la creatività. In ogni tentativo di sondare il mistero dell’esistenza, la figura di Mnemosyne emerge come una guida, un faro che illumina il cammino attraverso il labirinto della storia e del tempo, invitando a esplorare l’infinita tessitura della memoria umana, a ricercare l’armonia nella cacofonia del mondo e a celebrare l’eterna danza tra il noto e l’ignoto.